Durante i primi tre mesi di lockdown nel 2020, nel pieno dell’emergenza Covid, c’è stato un calo del 3-4% dei nati prematuri in 18 nazioni. Tra Europa e Nord America si sono evitate quasi 50.000 nascite premature solo nel corso del primo mese di lockdown. È quanto rivela uno studio pubblicato sulla rivista “Nature Human Behaviour”.
La ricerca è stata eseguita sui dati di 52 milioni di nascite in 26 Paesi del mondo, ma la riduzione delle nascite pretermine è stata riscontrata solo nei Paesi ad alto reddito, cioè da una sponda all’altra dell’Atlantico.
Ma quale potrebbe essere la causa della diminuzione delle nascite premature? Il coordinatore della ricerca, David Burgner, spiega che questa discesa delle nascite pretermine potrebbe essere stata provocata da un minor numero di infezioni non-Covid dovute al miglioramento delle pratiche igieniche e alla riduzione dell’inquinamento atmosferico durante il periodo di lockdown: infatti, le infezioni e l’inquinamento atmosferico sono fattori di rischio per le nascite premature.
“Ogni anno - continua Burgner - ci sono circa 14,8 milioni di nati pretermine in tutto il mondo. Questo significa che pure una modesta riduzione potrebbe avere un grande impatto sull’andamento delle nascite a livello globale”.
Tasso di mortalità invariato
Lo studio iPop non ha registrato differenze nei tassi di nati morti tra i Paesi ad alto reddito. Lo studio, una delle prime analisi su larga scala degli esiti delle nascite durante i primi mesi di pandemia, ha fornito ai ricercatori uno sguardo senza precedenti sulle tendenze globali in era pandemica.